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IL TRENO DELLA MEMORIA

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IL TRENO DELLA MEMORIA
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UN PELLEGRINAGGIO LAICO, PER NON DIMENTICARE

 

 

Sette studenti del Badoni accompagnati dalla prof.ssa Chiara Aldeghi hanno partecipato al viaggio “In treno per la memoria” con 55 studenti di altre scuole lecchesi e 800 provenienti da tutta la Lombardia.

 

Da anni Cgil, Cisl e Uil organizzano il viaggio degli studenti ad Auschwitz, con l’Alto patrocinio del Presidente della Repubblica. Partiti il 28 marzo dal binario 21 della stazione Centrale di Milano, gli studenti lombardi e i loro accompagnatori hanno visitato Cracovia con  il quartiere e il ghetto ebraico e  il campo di concentramento di Auschwitz - Birkenau, per poi rientrare  in Italia il 1°aprile. Durante il tragitto in treno si sono tenute conferenze e laboratori.

 

Per il Badoni hanno partecipato: Luca Brenna della 3^C Telecomunicazioni, Giacomo Locatelli e Filippo Rocchi della 3^A Liceo delle Scienze Applicate, Mirko Torrente della 4^A Informatica, Filippo Fumagalli della 4^A Meccanica, Davide Rusconi e Riccardo Zucchi della 4^B Meccanica, Michele Manzoni e Matteo Orio della 4^D Meccanica.

 

Tutti hanno vissuto un’esperienza forte, che ha scavato in ciascuno una traccia profonda. Di seguito le riflessioni di alcuni ragazzi:

 

 

Nomi che si disperdono nell’infinito della nostra memoria, che ci spronano a mantenerli fissi nella mente,  a farci rappresentanti del dolore e del ricordo per fare in modo che non si ripeta un abominio del genere.

Michele

 

E’ fantastico che ci vengano regalate queste occasioni di memoria, ricordo, preghiera, solidarietà.

Ma la memoria non è fine a se stessa: gli accadimenti vengono riportati con dovizia di particolari nelle scuole di ogni ordine e grado, ma l’oltraggio alla dignità e alla vita delle vittime non deve essere l’unico movente per ricordare.

La memoria è coscienza, è apprendere dai propri errori, la memoria deve servire a problematizzare, a creare il vero senso del giusto: la memoria è funzionale all’oggi e al domani.

Le opportunità che ci vengono date vanno vissute con serietà e sfruttate appieno: ne beneficia la nostra cultura, il nostro stare al mondo, il contributo che diamo alla società.

Dopo la visita ai campi e i momenti di riflessione avrò sempre un occhio diverso sull’uomo e sulla realtà: spero che quanto ho visto mi guiderà nelle mie azioni e mi insegnerà a volgere il mio sapere e le mie risorse al Bene, quello vero.

“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.” Liliana Segre

Giacomo

 

Mi sono fermato a riflettere a lungo sul concetto di identità, arrivando a una mia conclusione: i campi erano strumenti votati ad eliminare tutto ciò che di unico aveva ogni singola persona che vi lavorava, perché senza l’identità si andava a perdere anche l'umanità e le persone diventavano dei semplici pezzi di carne che camminavano.

È su questo punto che vorrei soffermarmi: l'identità.

Ognuno di noi ha un qualcosa dentro di sé che lo rende unico e che, col passare del tempo, tempra la sua identità, il suo essere vivo, il suo essere una persona.

A voi che leggerete le mie parole vorrei fare una richiesta: cercate dentro di voi ciò che vi rende unici e curatelo, come se fosse un fiore desideroso di sbocciare e farsi vedere in tutto il suo splendore.

Amatevi come solo voi sapete fare e lottate sempre contro chi vorrà sradicare il vostro fiore, perché senza di lui perderete ciò che avete di più prezioso.

Siate unici, sempre.

Mirko

 

 

 

Inviato da cristina.risposi il Mer, 05/06/2019 - 14:50

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